Onorevoli Colleghi! - Nelle grandi aree urbane, ma non solo, la questione casa riveste sempre più il carattere di grave emergenza abitativa a causa della scarsa offerta di alloggi pubblici a canone sociale. Nel contempo, si assiste al fatto che notevoli patrimoni immobiliari di comuni, regioni, province e privati, in particolare nei centri storici, ma non solo, sono lasciati nel più completo degrado. Tale degrado spesso diviene occasione di speculazioni in quanto gli enti si trovano a decidere di dismettere tali immobili, per importi notevolmente inferiori al loro valore, in favore di privati che li destineranno ad attività del terziario o del grande commercio. Si tratta di uno spreco inammissibile, al quale va data una risposta.
      Con la presente proposta di legge, che si sottopone alla vostra attenzione, si intendono sostenere le iniziative, ancora sporadiche, di cooperative di autorecupero di immobili di proprietà pubblica ad uso abitativo che in alcune città italiane hanno avuto riscontri positivi. Si tratta di riutilizzare i patrimoni immobiliari ad uso abitativo in degrado e farli rimanere di proprietà pubblica. Le cooperative di autorecupero si dovranno formare con la partecipazione di soggetti senza casa o

 

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sfrattati e dovranno applicare gli stessi meccanismi previsti dalla normativa regionale in materia di assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica. In questo modo si potrà aumentare l'offerta di alloggi in locazione a canone convenzionato e programmare reinsediamenti abitativi nei centri storici.
      Questa proposta di legge non è certo risolutiva della problematica relativa al diritto alla casa, ma può contribuire ad alleviare le necessità di tanti cittadini. Non è un caso che nel 1990, alla riunione dei Ministri europei competenti in materia di politiche abitative, l'autorecupero presentato dall'Unione inquilini e da alcune cooperative di autorecupero di Bologna e Roma è stato indicato dagli stessi Ministri europei come una strada da percorrere.
      La partecipazione diretta dei cittadini sfrattati o senza casa alle spese può permettere ai comuni di procedere a quei programmi di recupero di immobili ad uso abitativo che altrimenti, per la limitazione dei finanziamenti, non potrebbero essere avviati.
 

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